Nel settembre del 2010 la Commissione che aveva
elaborato le Indicazioni Nazionali per i Licei, coordinata da Max Bruschi,
aveva iniziato il lavoro di revisione complessiva delle Indicazioni per il
primo ciclo, a partire soprattutto dalla considerazione del grave deficit di
strumenti linguistici e logico matematici con cui troppi studenti si affacciano
alle scuole superiori e che compromette seriamente il proseguimento degli
studi, con l’inevitabile séguito di insuccessi e di abbandoni.
Dopo essersi riunita varie volte fino a dicembre e aver
prodotto già le bozze per alcune discipline anche in base ai pareri raccolti
nel mondo della scuola, la Commissione non è stata più convocata, senza che
siano state fornite spiegazioni neppure ai suoi stessi componenti. C’è stato
evidentemente un cambio di linea politica da parte del Ministero che all’inizio
dello scorso novembre ha fatto sapere che
un non meglio identificato gruppo di lavoro si sta occupando delle indicazioni
nazionali del primo ciclo, previa ampia consultazione delle scuole.
Martedì,
all’interno di un articolo sul “Messaggero” intitolato Università e scuola, l’agenda del merito,
Giorgio Israel, che di quella commissione faceva parte, scrive a questo proposito: “Le nuove indicazioni nazionali per i licei
furono ispirate al principio di fissare le conoscenze imprescindibili lasciando
la massima libertà metodologica. È il modo di concepire correttamente
l’autonomia: il principio opposto - propugnato dal pedagogismo costruttivista -
è invece il disinteresse per i contenuti e l’imposizione di rigide prescrizioni
metodologiche. Sarebbe auspicabile che la revisione delle indicazioni nazionali
per il primo ciclo (elementari e medie) seguisse la stessa impostazione non
ideologica”(cioè quella delle indicazioni liceali).
Proprio
per sostenere questo auspicabile orientamento, Israel ha deciso di pubblicare
il testo delle indicazioni riguardanti la matematica per la scuola primaria, da
lui stesso curato, spiegandone brevemente la storia sul suo blog (vedi la nota di mercoledì 7 dicembre).
Ma
abbiamo il timore che si intendano percorrere le deleterie strade del pedagogismo
di cui parla Israel.